Crossover

Massimiliano Caldi, direttore

Angelo Cino, clarinetto

Palermo - Piazza Ruggiero Settimo

  • Luogo

  • Piazza Ruggiero Settimo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Domenica
    24 Luglio 2022

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    10 - 5 €

    Calendario

  • Programma

  • Gioachino Rossini
    Pesaro, 1792 - Passy, 1868

    La gazza ladra, sinfonia

    “La Gazza Ladra è uno dei capolavori di Rossini. La compose a Milano nel 1817, per la stagione di primavera”.

    Con queste parole sintetiche quanto icastiche, Stendhal, nella sua biografia rossiniana, definì un capolavoro La gazza ladra di Gioachino Rossini, opera accolta dal pubblico in modo trionfale alla sua prima rappresentazione avvenuta al Teatro alla Scala di Milano il 31 maggio 1817.

    Quando, intorno al mese di marzo del 1817, giunse a Rossini la commissione da parte della Scala di Milano per una nuova opera da rappresentarsi nella stagione di primavera dello stesso anno, il compositore pesarese era assente dalle scene milanesi da ben tre anni. Le ultime opere, l’Aureliano in Palmira e il Turco in Italia, che avevano calcato le scene del prestigioso teatro lombardo, erano state rappresentate rispettivamente nel 1813 e nel 1814 con esito poco brillante. Per Rossini, reduce dal contrastato successo della Cenerentola, si trattava di un importante ritorno sulle scene del teatro milanese. Per l’occasione gli fu dato un libretto scritto da Giovanni Gherardini (Milano 1778 – 1861), poeta non più giovanissimo, che si cimentò per la prima volta con un libretto d’opera dopo aver vinto un concorso indetto dall’Impresa dei Reali Teatri di Milano. Per questo libretto trasse il soggetto da La pie voleuse di T. Babouin d’Aubigny e Louis-Charles Caigniez, un melodramma da boulevard rappresentato a Parigi nel 1815 e basato su un fatto di cronaca. Consapevole dell’importanza della commissione, Rossini si riservò ben tre mesi di tempo per comporre questa nuova opera, per la quale egli non utilizzò la solita tecnica degli autoimprestiti, consistente nella ripresa di musica già scritta per altre sue opere, ma scrisse una musica del tutto nuova. Composta in brevissimo tempo, secondo quanto affermato dallo stesso Rossini in una lettera di dubbia attendibilità nella quale non figura né la data né il nome del destinatario, la sinfonia si apre con tre rulli di tamburo da cui scaturisce un Maestoso marziale che, con una certa ironia, intende probabilmente alludere all’atmosfera militaresca che pervade l’opera. Dopo 9 battute tutte giocate sull’accordo di dominante di mi maggiore, inizia, nella corrispondente tonalità minore, l’Allegro con brio dalla classica e tipicamente rossiniana struttura in forma-sonata senza lo sviluppo centrale conclusa da una coda più vivace; l’Allegro si basa su due temi che, pur non essendo particolarmente estrosi, come notato da Rognoni, conferiscono alla pagina sinfonica una straordinaria unità insistendo sulla terzina. A questi si aggiunge il tema del crescendo che appare come una sintesi di entrambi.

    Durata: 10'

    Leonard Bernstein
    Lawrence, 1918 - New York, 1990

    Candide, ouverture

    Ritenuto oggi uno dei capolavori di Bernstein, Candide, alla sua prima rappresentazione avvenuta il 1° dicembre 1956 a Broadway, andò incontro a un autentico insuccesso con incassi disastrosi e aspre critiche sui giornali che, tuttavia, apprezzarono la parte musicale. Brooks Atkinson, l’autorevole critico del «New York Times», nella sua recensione, Lillian Hellman and Leonard Bernstein turn Voltaire Satire into fine play, apparsa il 9 dicembre, attaccò il libretto di Lillian Hellman, affermando :

     

    “Quando Voltaire è ironico e dolce, la [Hellman] è esplicita e vigorosa. […] Quando egli è diabolico, essa è filantropica… il libretto… sembra essere troppo serio per la verve e il lirismo beffardo della partitura di Leonard Bernstein la quale, senza appartenere strettamente al XVIII secolo, mantiene, con il suo gaio pastiche di stili e forme del passato, il carattere del secolo.” 

    Certamente Bernstein non aveva immaginato questa fredda accoglienza quando, nel 1953, Lillian Hellman gli aveva proposto di scrivere le musiche di scena per un suo adattamento teatrale del racconto filosofico di Voltaire, Candide. Il grande direttore d’orchestra fu talmente affascinato da convincere la scrittrice americana a modificare il progetto originario a favore di una Comic Operetta. Egli stesso partecipò alla stesura del libretto scrivendo, insieme alla moglie Felicia, i versi della canzone I am Easily Assimilated, mentre altri testi di canzoni furono composti da Richard Wilbur, da John Treville Latouche, da Dorothy Parker e da Lilian Hellman, che, oltre alle parti recitate, scrisse i versi della canzone Eldorado. Nonostante lo scarso successo arriso a questa prima rappresentazione, Candide non incontrò molte difficoltà ad affermarsi in successive produzioni tra le quali vanno ricordate la prima londinese al Saville Theatre del 30 aprile 1959 e un’altra del 20 dicembre 1973, nota come versione Chelsea dal nome del teatro, Chelsea Theatre di Brooklyn, dove fu rappresentata. Nel 1988, quando erano morti sia Lillian Hellman sia Hugh Wheeler, Bernstein realizzò, insieme con John Mauceri, direttore della Scottish Opera, una quinta e definitiva versione che si distingue per alcune importanti modifiche relative alla parte musicale.. Infine nel 1999, quando Bernstein era già morto da nove anni, il libretto del musical, la cui parte musicale rimase inalterata, fu nuovamente riscritto da John Caird in vista di una nuova produzione per il Royal National Theatre di Londra. Il successo di Candide non è stato mai messo in discussione nemmeno negli ultimi anni; nel 2006, infatti, in occasione del cinquantesimo anniversario della prima rappresentazione, alcuni importanti teatri, tra cui il Théâtre du Châtelet di Parigi e la Scala di Milano hanno realizzato una nuova produzione con la regia di Robert Carsen che ha introdotto Voltaire nelle vesti di un moderno telespettatore che cambia canale e gestisce, in questo modo, la narrazione.

    Tra i 27 numeri, di cui si compone la partitura, spicca l’ouverture che si è affermata nel repertorio sinfonico dopo la prima esecuzione avvenuta il 27 gennaio 1957 con la New York Philharmonic Orchestra sotto la direzione dello stesso Bernstein. Strutturata nella forma dell’ouverture pot-pourri, è una pagina brillante e garbatamente ironica nella quale si possono apprezzare i temi di alcune importanti canzoni del musical, come The Best of All Possible Worlds, Battle Music, Oh, Happy We, e Glitter and Be Gay.

    Durata: 5'

    Artie Shaw
    New York 1910 - Los Angeles 2004

    Concerto per clarinetto e jazz orchestra

    Allegro, Moderate Boogie Woogie Tempo,  Cadenza ad libitum,  Mod swing tempo, Cadenza ad libitum

     

    Compositore, direttore d'orchestra e anche scrittore, Artie Shaw sin da giovane studiò il clarinetto, del quale sarebbe diventato uno dei più grandi virtuosi a livello mondiale. Dopo aver suonato in piccole band di provincia, fece ritorno a New York dove ebbe modo di farsi apprezzare in complessi di musica jazz già affermati, ma fu solo nel 1938 che Shaw divenne una vera e propria star musicale grazie alla sua rielaborazione della canzone popolare Begin the Beguine di Cole Porter, la cui registrazione rimase ai primi posti nelle classifiche di vendita per ben sei settimane. Grande innovatore, Shaw fu il primo ad adottare una strumentazione del tutto nuova nelle big band jazzistiche dell'epoca nelle quali introdusse l'uso degli strumenti ad arco e fu anche il primo direttore d'orchestra bianco ad avere nel suo organico una vocalist afroamericana, la famosissima Billie Holiday. All'interno sua vasta produzione spicca questo Concerto per clarinetto, la cui musica fu utilizzata nel famoso film Second Chorus (1940) con Fred Astaire, nel quale Shaw impersonò se stesso. Lavoro di raro virtuosismo per il clarinetto, il Concerto, che si articola in un unico movimento costituito da cinque sezioni, di cui due cadenze, un Boogie Woogie e uno Swing, si conclude con do acutissimo diventato leggendario.

    Durata: 9'

    George Gershwin
    Brooklyn 1898 - Hollywood 1937

    Porgy and Bess Fantasy (arrangiamento di Iain Farrington)

    Come altre opere, anche Porgy and Bess di Gershwin, che, dopo la prima produzione a Boston del 30 settembre 1935, una volta approdata a Broadway, aveva ricevuto un’accoglienza poco favorevole a causa del suo argomento a carattere razziale e della scelta di far esibire cantanti afroamericani, raggiunse in seguito una popolarità tale da essere ora una delle opere più conosciute e più rappresentate. L'opera era stata composta tra il 1934 e il 1935 da Gershwin su libretto di  Edwin DuBose Heyward e di Ira Gershwin che adattarono l’omonimo romanzo di Heyward del 1925 nel quale è descritta la vita degli afroamericani a Catfish Row, un immaginario sobborgo di Charleston. Egli spiegò la scelta di dare come titolo Porgy and Bess ad un’opera folk in un articolo pubblicato nel 1935 sul «New York Times»:

    "Porgy and Bess è un racconto folk. Le sue persone naturalmente cantavano musica folk. Quando io cominciai dapprima il lavoro sulla musica, mi dichiarai contrario all’uso del materiale folk originale perché volevo che la musica fosse tutta di un unico pezzo. Perciò scrissi di mia mano gli spirituals e i foksongs. Ma essi sono ancora una musica e, quindi, essendo in forma di opera, Porgy and Bess diventa un’opera folk"

    Di questo famosissimo lavoro di Gershwin sono stati fatti diversi adattamenti sinfonici tra cui quello realizzato da Iain Farrington il quale, riprendendo la suite Catfish Row che lo stesso Gershwin aveva ricavato dall'opera nel 1936, mise in successione brani strumentali e song, tra cui la celeberrima Summertime.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 35'