Schubert & Beethoven

"Sinfonica in Sicurezza"

Lorenzo Rovati, primo violino e maestro di concerto

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Giovedì
    18 Giugno 2020

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

  • Giorno

    Venerdì
    19 Giugno 2020

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

  • Programma

  • Franz Schubert
    Vienna, 1797 - Vienna, 1828

    Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485

    Allegro

    Andante con moto

    Minuetto

    Allegro vivace

     

    Il 1816 fu un anno particolarmente intenso e felice per Franz Schubert che, nonostante il faticoso e poco amato impiego come maestro di scuola, trovò il tempo per comporre alcuni dei più importanti capolavori della sua produzione musicale, tra i quali, insieme ad alcuni Lieder su testi di Goethe, figurano la Quarta sinfonia, completata ad aprile e intitolata Tragica dall’amico Schober, il Rondò per violino ed archi, una pagina preziosa, più cameristica che orchestrale, che non sfigura accanto alle sue opere più celebrate e per lungo tempo più famose, e la Quinta sinfonia terminata il 3 ottobre. Questa Sinfonia, che può essere considerata un gioiello riservato a pochi, quella ristretta cerchia di amici per i quali Schubert faceva eseguire in forma privata le sue composizioni, fu eseguita, per la prima volta nell’autunno del 1816 in casa di Otto Harwing, strumentista del Burgtheater, che diresse un’orchestra di dilettanti. La sinfonia, come molte altre opere del compositore austriaco, sarebbe diventata popolare dopo molti anni dalla sua morte essendo stata pubblicata a Lipsia dalla casa editrice Breitkopf & Hartel soltanto nel 1885.

    Nella Quinta sinfonia e nel Rondò, composto contemporaneamente, Schubert s’ispirò al modello mozartiano, di cui si servì, da una parte, per sottrarsi alla pesante influenza di Beethoven, dall’altra, per rivelare il suo grande amore per le melodie del Salisburghese definite magiche e di cui diede efficace testimonianza in una pagina del suo diario scritta la sera del 13 giugno 1816:

    “Questo giorno rimarrà sempre per me uno dei più sereni e più luminosi della mia vita. Come un’eco lontana mi risuonano le magiche melodie di Mozart. Nelle tenebre di questa vita ci mostrano un avvenire sereno e luminoso a cui aneliamo con fede. O Mozart, immortale Mozart, quanti raggi della luce avvenire tu hai dardeggiato nella nostra anima!”

    Proprio i raggi del genio immortale di Mozart sembrano illuminare questa Sinfonia, che, per la delicatezza dell’organico leggero e quasi cameristico per l’assenza dei timpani e delle trombe, si presenta come un vero e proprio omaggio al compositore di Salisburgo.

    Vivacità e brillantezza, caratteristiche fondamentali della Sinfonia, emergono già nel primo movimento, Allegro, in forma-sonata, le cui quattro misure d’introduzione  formano un vero e proprio siparietto, che si alza grazie ai legni e ai primi violini ai quali è affidato il compito di introdurre con un disegno staccato il primo tema, di carattere gaio e spensierato. Alla spensieratezza del primo tema fa da pendant il carattere galante del secondo esposto, con leggerezza, dagli archi. Molto elegante è il secondo movimento, Andante con moto, diviso, dal punto di vista formale, in due sezioni e con un primo tema semplice e di carattere popolare, mentre il Minuetto è il movimento dove il modello mozartiano appare maggiormente seguito; il tema principale, secondo alcuni commentatori, ricorda, infatti, quello del Minuetto della Sinfonia in sol minore di Mozart. Caratteristiche più marcatamente schubertiane ha, invece, il Trio, nel quale appare un gentile tema di Ländler esposto dai violini. L’ultimo movimento, Allegro vivace, si evidenzia nella parte iniziale per una scrittura estremamente frizzante e brillante che ricorda lo stile rossiniano nel primo tema, a cui si contrappone il secondo, cantabile e grazioso.

    Durata: 28'

    Ludwig van Beethoven
    Bonn, 1770 - Vienna, 1827

    Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21

    Adagio molto, Allegro con brio

    Andante cantabile con moto

    Minuetto

    Adagio, Allegro molto e vivace

     

    Composta tra il 1799 e gli inizi del 1800 quando Beethoven era ormai sulla soglia dei trent’anni, la Sinfonia n. 1 in do maggiore si pone come un magnifico ponte tra la produzione di Haydn e Mozart, da una parte, e i suoi successivi lavori dall’altra. Grande sinfonista, Beethoven si accostò relativamente tardi a questa forma consapevole della difficoltà di introdurre novità in un genere nel quale era molto forte il peso della tradizione, rappresentata da Haydn che nel 1795 aveva presentato al pubblico inglese le sue due ultime sinfonie londinesi, la n. 103 col rullo di timpani e la n. 104 London. Tra il 1794 e il 1795 anche Beethoven aveva progettato di scrivere una sinfonia, ma, dopo aver lavorato ad un abbozzo alquanto frammentario di un primo movimento nella tonalità di do minore, decise di interrompere il lavoro per completare altre composizioni, riprendendolo appunto nel 1799. La Sinfonia fu eseguita, per la prima volta, sotto la direzione del compositore, il 2 aprile 1800 all’Hofburgtheater di Vienna in un’Accademia a beneficio di Beethoven che vendette personalmente i biglietti nella sua residenza dopo aver messo un regolare annuncio sulla «Wiener Zeitung» il 26 marzo 1800 che recitava:

    “La Imperial Regia Direzione ha concesso il beneficio di un’Accademia nell’Imperial Regio Teatro di Corte al sig. van Beethoven. Questi rende noto allo spettabile pubblico che l’accademia è fissata per il 2 aprile. Palchi e posti riservati si possono ottenere i giorni 1 e 2 aprile presso il sig. van Beethoven al n. 241, Tiefen Garten, terzo piano”.

    In questa prima esecuzione, che giunse al termine di un concerto di circa cinque ore in cui furono eseguite altre composizioni, la Sinfonia fu accolta favorevolmente sia dal pubblico che dalla stampa, come si apprende dalla recensione pubblicata sull’«Allgemeine Musikalische Zeitung»:

    “Anche il Sig. Beethoven ha finalmente ottenuto il Teatro [l’ Hofburgtheater], ed è stata probabilmente l’Accademia più importante da lungo tempo a questa parte. Egli ha suonato un nuovo Concerto [molto probabilmente il Concerto n. 1 op. 15 per pianoforte] di sua composizione che comprende molte cose belle – soprattutto i primi due movimenti. Poi è stato eseguito un suo Settimino scritto con molto buon gusto e con sentimento. Indi ha improvvisato magistralmente [sull’Inno all’Imperatore di Haydn] e alla fine è stata eseguita una Sinfonia [la Sinfonia n. 1 op. 21 appunto] di sua composizione che ha rivelato molta arte, novità e ricchezza di idee”.

    Questa Sinfonia, i cui elementi di novità convivono con altri legati alla tradizione, soprattutto nella parte introduttiva del primo movimento, Adagio molto, abbastanza ampia sebbene non raggiunga le proporzioni di quelle delle Londinesi di Haydn, è innovativa nella struttura tonale nella quale si evidenzia una certa ambiguità tonale ottenuta all’inizio con un’immediata, quanto transitoria modulazione alla sottodominante. Nell’Allegro con brio, in forma-sonata, traspaiono alcune caratteristiche del personale linguaggio beethoveniano nel contrasto dei due temi, dei quali il primo ricorda quello iniziale della Jupiter di Mozart, mentre il secondo si distende in disegni melodici affidati all’oboe e al flauto, che dialogano tra di loro. Proprio questo aspetto fu giudicato innovativo dalla critica, come è testimoniato dal rimprovero mosso a Beethoven dall’anonimo recensore dell’«Allgemeine Musikalische Zeitung» che notò un uso eccessivo dei legni. Più tradizionale è il secondo movimento, Andante cantabile con moto, anch’esso in forma-sonata, nel quale emerge, come tema principale, dalla voce dei secondi violini che la espongono inizialmente, una melodia gentile e aggraziata. Estremamente innovativo è, invece, il terzo movimento che, pur conservando il tradizionale titolo di Minuetto, è scritto in un andamento Allegro molto e vivace che lo allontana dalle corrispondenti pagine salottiere di Haydn e Mozart. L’ultimo movimento, aperto da una breve introduzione, Adagio, inesistente nei finali delle sinfonie di Haydn o di Mozart, si snoda in un brillante Allegro  molto e vivace in forma di rondò, il cui primo tema è tratto dall’abbozzo della sinfonia progettata nel 1795.

     

    Riccardo Viagrande 

    Durata: 27'