Stagioni

64ma Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale

Federico Guglielmo, violino

Dino De Palma, violino

I Solisti Filarmonici Italiani

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Martedì
    18 Ottobre 2022

    Ore

    21,00

    Durata

    90min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

Federico Guglielmo concertatore al violino e violino solista (Vivaldi)
Dino De Palma violino solista (Richter)

I Solisti Filarmonici Italiani

Violini Federico Guglielmo, Glauco Bertagnin, Alessandro Ferrari, Silvia Mazzon, Elisa Spremulli, Mostafa Saad, Gunilla Kerrich, Gandhi Saad
Viole Enrico Balboni, Mario Paladin, Pietro Scalvini
Violoncelli Luigi Puxeddu, Edoardo Francescon
Contrabbasso Franco Catalini

Cembalo Angelica Selmo

Arpa Alessia Luise

 

Ingresso gratuito con prenotazione su https://www.eventbrite.com/cc/64-settimana-di-musica-sacra-monreale-1245199?just_published=true

BIGLIETTI ESAURITI

  • Programma

  • Antonio Vivaldi
    Venezia, 1678 - Vienna, 1741

    Le quattro stagioni (da "Il Cimento dell'Armonia e dell'Inventione" Op.8, no.1-4)

    “La Primavera” Concerto in mi maggiore per violino, archi e clavicembalo (Allegro – Largo – Allegro pastorale) 

    “L’Estate” Concerto in sol minore per violino, archi e clavicembalo (Allegro non molto – Adagio – Presto) 

    “L’Autunno” Concerto in fa maggiore per violino, archi e clavicembalo (Allegro – Adagio molto – Allegro) 

    “L’Inverno” Concerto in fa minore per violino, archi e clavicembalo (Allegro non molto – Largo – Allegro)

     

    Della vastissima produzione di Antonio Vivaldi all’inizio del Novecento si conoscevano soltanto i primi quattro concerti, noti con il titolo Le quattro stagioni, della raccolta Il cimento dell’armonia e dell’invenzione, pubblicata intorno al 1725 con una dedica al conte Vecenslao Morzin nella quale si legge: 

    “Pensando frà me stesso al lungo corso dè gli anni, né quali godo il segnalatissimo onore di servire à V.S. Ill.ma in qualità di maestro di musica in Italia, ho arossito nel considerare che non per anco le ho datto un saggio della profonda veneratione che le professo; ond’è che ho risolto di stampare il presente volume per umiliarlo à piedi di V. S. Ill.ma troverà le quattro stagioni sino dà tanto tempo compatite dalla Generosa Bontà di V. S. Ill.ma, mà creda, che ho stimato bene stamparle perché ad ogni modo che siano le stesse pure essendo queste accresciute, oltre li Sonetti con una distintissima dichiaratione di tutte l’e cose, che in esse si spiegano, sono certo, che le giungeranno, come nuove”. 

    Come si evince da questa dedica, i concerti furono composti prima del 1725 e solo nell’edizione a stampa furono dotati dei quattro sonetti dimostrativi che stabiliscono un legame talmente forte tra parola e musica da far ritenere le Quattro stagioni un’anticipazione della musica a programma. È molto probabile, tuttavia, che nella versione originale ascoltata dal conte Morzin certamente diversa anche nella parte musicale, l’intento descrittivo fosse minore. Nella versione a stampa i 4 concerti sono, quindi, preceduti da un sonetto dimostrativo il cui testo, esprimente situazioni tipiche della stagione, funge quasi da canovaccio per la musica che riproduce ora i suoni della natura, ora i sentimenti ispirati dagli elementi caratteristici della stagione trattata. Nei primi due concerti la corrispondenza tra il testo letterario e la musica è quasi totale dal momento che si afferma uno schema fisso nel quale i primi otto versi (le due quartine) sono utilizzati per il primo movimento, mentre la prima e la seconda terzina ispirano rispettivamente il secondo e il terzo movimento. Nell’Autunno e nell’Inverno questo schema non è rispettato e la musica segue in modo piuttosto libero il testo poetico. La scelta di accompagnare la musica con un testo poetico non altera la struttura formale del concerto con l’alternanza del tutti e del solo. Molto interessante, a tale proposito, è il rapporto tra il primo episodio e il ritornello della Primavera che, affidato a tutti gli strumenti, rappresenta perfettamente il primo verso Giunt' è la Primavera e festosetti, mentre il primo episodio, in cui il violino solista dialoga con il primo e il secondo violino, con la sua scrittura adornata da trilli, descrive il secondo verso La Salutan gl’Augei con lieto canto. Anche nell’Estate il compositore rende magistralmente le situazioni descritte nel sonetto. Così il caldo sembra pesare come le appoggiature discendenti nella parte iniziale del primo movimento, mentre i veloci ribattuti esprimono perfettamente i tuoni e gli scrosci di grandine dell’ultima terzina del sonetto nell’ultimo movimento. Non meno forte è il legame con il testo nell’Autunno i cui tre movimenti presentano i seguenti sottotitoli: Ballo e canto di villanelli nel quale è descritta una scenetta bacchica; Ubriachi dormienti, in cui il sonno collettivo è rappresentato da armonie quasi immobili; La caccia con il violino solista che rappresenta la belva mentre fugge. Il ghiaccio, rappresentato da trilli, e il vento, che spira nei rapidi disegni del solista, sono i protagonisti dell’Inverno i cui rigori sono rappresentati nel primo e nel terzo movimento, mentre una soave melodia, che evoca le gioie e il calore confortevole del focolare domestico, si diffonde sullo sfondo di una pioggia battente che imperversa fuori ed è resa efficacemente dal pizzicato degli archi.

    Durata: 43'

    Max Richter
    Hameln 1966

    The Four Seasons - Vivaldi recomposed

    “Spring” I, II, III

    “Summer” I, II, III

    “Autumn” I, II, III

    “Winter” I, II, III

     

    "Non c'era bisogno di riscrivere Vivaldi, sono d'accordo con lei, ma si trattava di un'esigenza personale. Sono sempre stato innamorato delle Quattro stagioni, fin da piccolo. Poi crescendo ho incominciato a sentirle ovunque, nei centri commerciali e negli ascensori, nelle segreterie telefoniche e in pubblicità. A un certo punto ho smesso di amarle, le ho odiate anzi. Riscriverle è stato come guidare attraverso un meraviglioso paesaggio conosciuto usando una strada alternativa per apprezzarlo di nuovo come la prima volta".

    Così in questa intervista rilasciata a Giuseppe Videtti e pubblicata su «La Repubblica» il 7 marzo 2014, Max Richter ha chiarito quale sia stata la spinta che lo ha indotto a riscrivere le Quattro Stagioni di Vivaldi. Composto nel 2012, questo lavoro, che sembrerebbe piuttosto insolito perché cerca di operare una sintesi tra la musica elettronica e uno dei più grandi classici della storia della musica, ha trovato, però, un grande apprezzamento presso il pubblico che ha manifestato il suo gradimento sulla piattaforma Spotify. Compositore britannico, ma nato in Germania, Richter, che, dopo aver studiato ad Edimburgo e presso la prestigiosa Royal Academy di Londra, si è perfezionato con Luciano Berio, da lui definito nella suddetta intervista, «un genio», un «compositore meraviglioso» e un «artista completo», in questo lavoro riscrive Vivaldi riprendendo alcuni temi, dotandoli di un nuovo sound e sviluppandoli in modo del tutto originale e a volte secondo principi minimalisti.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 43'